Paola D’Arpino – 4 Dicembre 2009
Dodici ore in trenta secondi di pochi fotogrammi, ore al femminile, ore di donne. Un letto, una finestra, una strada lungo il mare, una terrazza …ed è già tramonto. Scene di interni di una donna adulta che osserva il mondo da una finestra mentre un’adolescente sale in moto con un ragazzo per una corsa sul lungomare. L’illustrazione idilliaca di un eterno femminino a colori neutri, desaturati che confluiscono nell’intenso, pieno, caldo, futuro rosa, aldilà di una ringhiera : la Città eterna, Roma. Et pace et bello, Roma sopravvive ai secoli e nei secoli, in una proiezione temporale che vediamo in quella rassicurante sagoma che nello skyline emerge dalla linea d’orizzonte per estendersi nel rosa e salire tre metri sopra il cielo.
La guerra è presente nella colonna sonora ma, il virile inno all’azione bellica, ha note melodicamente addolcite dal contralto mite della voce femminile, come a suggerire un futuro in cui anche le guerre saranno dolci ed indolori come una bella canzone, all’ombra del cupolone. Insomma più che guerre, le donne, possono avere al massimo delle scaramucce con i fidanzati, da risolvere con un bel paio di calze. Questo è il futuro suggerito in questo esempio, come in tanti altri, dallo spot pubblicitario. Un futuro da rappresentare, da far sognare e desiderare e nulla può rappresentare più solidamente il futuro di una città perenne, che era e che è, e che certamente sarà. Ma se il futuro è rappresentato idealmente dalle nostre città e dalle donne che, in queste città vivono, la realtà dell’Italia, certo, non ha la sorellanza come grado di parentela ! E ce lo dicono i rapporti e classifiche che ogni anno vengono elaborati sulla qualità della vita nelle nostre città : Frosinone l’anno scorso, scendendo di tre posizioni rispetto al 2007, era all’83esimo posto per l’ambito affari e lavoro, 100esima per l’ambito Servizi ed Ambiente, 91esima per il Tempo libero, e rispetto all’ importo pro capite in euro era addirittura 103esima. Come andrà quest’anno per noi ? Cosa si apre oltre quella finestra dello spot, da Trento a Siracusa e a Frosinone ? Qual’è la nostra Futurama ? Che città-futuri vediamo aldilà delle imposte ? Anche la più grande architetto contemporanea, Zaha Hadid, quando spiega la composizione dei suoi spazi architettonici e la città, ricorre al concetto di benessere e di futuro : “Lo spazio deve essere un luogo in cui le persone si sentano bene. Questo é il vero lusso. Sentirsi bene per l’architetto significa, anche, interpretare e trasferire al futuro la ricerca spaziale del proprio tempo”
Gli edifici dell’architetto iracheno, che con i suoi interventi, stà ridisegnando l’Italia, da Milano, a Jesolo, Roma, Napoli, Salerno, Reggio Calabria, Cagliari, concretizzano quest’idea in forme geometriche, o in flussi, o in giganteschi organici complessi bianchi che fanno da contrasto con il blu del mare o con il verde circostanti. Silvio D’Ascia per Bagnoli, Napoli, propone una grande Porta del parco, che comprende una spa del benessere di ben 6000 mq, un auditorium da 300 posti, e aree per la promozione del turismo; una sala conferenze per congressi e manifestazioni; un parcheggio auto a servizio della struttura e dell’intero Parco Urbano di Bagnoli. Per Renzo Piano, architetto italiano, invece il futuro va assicurato con una costante ricerca ed attenzione per l’ambiente, il paesaggio, le condizioni bioclimatiche locali e specifiche di ogni singolo intervento e la successiva elaborazione delle soluzioni migliori per assicurare, con tutti questi e tanti altri elementi, delle architetture che rispondano al meglio alle esigenze presenti, oltre che future.
Indubbiamente modi diversi di immaginare e materializzare il futuro, che danno vita a opinioni contrastanti e accesi dibattiti tra esperti dei vari settori, ma che comunque aprono a nuovi sviluppi di ambiti urbani. Lo sviluppo ha però bisogno di interventi concreti che corrano di pari passo con le parole e le speranze.
Chi avrebbe immaginato, per noi, qualche anno fa, di vedere cosi tanti bambini a giocare e saltare in un pomeriggio di sole nella nostra Villa comunale ? Eravamo arrivati al punto di pensare che Frosinone fosse solo un Paese per vecchi poichè non c’erano luoghi pubblici dove avere la fortuna di sentire schiamazzi, vedere correre piccoli folletti, ritornare all’infanzia.
La Villa Comunale ci ha come restituito la speranza, un po di ottimismo e la voglia di rimboccarci le maniche, come avvenne nel dopoguerra, quando venne costruita tutta la zona bassa di Frosinone. Di certo il da fare non manca. Se la zona di De Mattheis è stata rivitalizzata dalla Villa comunale, ora dovremo senz’altro chiederci che tipo di scenario si aprirà a colui che scenderà dal bellissimo ascensore inclinato una volta che sarà in funzione. Soprattutto dovremo rispondere alla domanda “Cosa ci vado a fare a Corso della Repubblica ? Fino a qualche anno fa, come vediamo ormai solo nelle foto d’epoca, c’era il Cinema Excelsior, i negozi “in” (oggi diremmo fashion), i caffè, le gelaterie, le librerie, il tribunale, la Camera di Commercio, adesso ci sono solo tante macchine, persone poche, quasi scomparse. Se non ci affrettiamo a trovare delle alternative adeguate e fattibili in tempi brevi, rischiamo che con l’ascensore andremo solo a vedere dall’alto il panorama ciociaro.
Le immagini di queste articolo :
1 : Spot pubblicitario
2 : a) MAXXI di Roma, b) Jesolo magica, c) Porta del Parco – Bagnoli
tratte da
3 : a ) BCA Los Angeles, b) Auditorium di Roma, c) Nuova sede Sanpaolo Imi Torino
tratte da
4 : La villa comunale di Frosinone
5, 6,7, Frosinone : all’arrivo dell’ascensore, il Corso della Repubblica, Piazzale De Mattheis
foto archivio arch. Paola D’Arpino
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